"Scrivere è affrontare un volto sconosciuto" (Edmond Jabès)
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«Too long a sacrifice
can make a stone of the heart»
W.B. Yeats, Easter 1916
«C’est comme ça que je me sens. Je ne peux pas entendre, je ne peux même pas parler à ma conscience.
Je ne veux rien faire. Je ne veux pas faire le point (je suis toujours en perte). Je brûlerai, j’effacerai mes dossiers, mes mots.
Je ne veux plus rien de moi.
J’éviterai de me présenter, je ne donnerai pas mes lettres de créance, s’il y en a.»
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È così che mi sento. Non riesco a sentire, non riesco a parlare nemmeno con la mia coscienza.
Non voglio fare niente. Non voglio fare bilanci (sto sempre in perdita). Brucerò, cancellerò i miei dossier, le mie parole.
Non voglio far restare niente di me.
Eviterò di presentarmi, non dirò le mie credenziali, laddove ve ne siano.
Henri Levy-Cohen, Journal intime, 1945
Funamboli.
In equilibrio.
In bilico.
Sospesi.
In quel “tra”.
Su quella corda che è il cammino.
Tra il respiro e l’azione.
Davide Zizza (inedito)
Poesia, testimonianza dell’abisso
dove vive la coscienza –
è morte e trasfigurazione, la sua,
che tiene il filo di una tarda riflessione.
Così, umano che non ti pieghi
ad ascoltare la voce e il rumore,
ascolta il mormorio del tempo e dei giorni
che narrano la piccola impresa quotidiana
di essere oltre, andare…il tuo volto
come una figura di prua.
Davide Zizza (inedito, 2020)
Se passi diafano fra il giorno e la notte
allora lo sai, non vivi in nessun luogo
e lo spazio che prendi è solo interno:
fuori non hai indirizzo.
If you pass diaphanous between day and night
then you know, you don’t live anywhere
and the space you take is only internal:
you have no address outside.
Si pasas diáfano entre el día y la noche
entonces sabes, no vives en ningún lado
y el espacio que tomas es solo interno:
no tienes dirección afuera.
Davide Zizza
18 dicembre 2021
«solo questo frego riscalda e consola:
è una zattera che naviga
nel mutismo del mondo,
follia di una grafia sgraziata –
l’insana abitudine di ferire le onde
nella faticosa lotta col vento
in viaggio verso Itaca»
Davide Zizza
(inedito 2017)
Dopo la raccolta Ruah (Edizioni Ensemble, 2016), finalista nel 2018 al noto Premio Acqui Terme (che annovera, fra i premiati alla carriera, scrittori e intellettuali come Luciano Canfora), e secondo posto al Premio Aoros, il poeta crotonese Davide Zizza torna a distanza di quattro anni con una nuova raccolta di versi intitolata Piccolo taccuino occasionale, edita per i tipi delle Edizioni Ensemble. Un libretto fatto di osservazione e silenzio in cui lo sguardo sul tempo e sulla quotidianità si mescola alla riflessione sulla scrittura, uno dei temi persistenti della sua poetica. Un libro dell’ascolto e sull’ascolto in cui si fa nuovamente viva la necessità di un’attenzione verso la lentezza dei momenti, di una meditazione che possa ridare, nel “nitore dell’immagine”, quel sereno stupore che dà senso ai giorni.
(fonte: Il Crotonese, venerdì 31 gennaio 2020).
Il libro è disponibile in tutte le librerie e nelle librerie online: IBS, Amazon, Mondadori Store, La Feltrinelli, Libreria universitaria.
In una poesia – in ogni poesia – si scopre sempre un verso capace di imprimersi nella mente del lettore con particolare singolarità e immediatezza. Pur amando una poesia nella sua totalità, il lettore troverà un verso cui si legherà la sua coscienza e che lo accompagnerà nella memoria; il verso sarà soggettivato e anche quando la percezione della poesia cambierà nel tempo, la memoria del verso ne resterà quasi immutata (o almeno si spera). Pertanto nel nostro contenitore mentale conserviamo tanti versi, estrapolati da poesie lette in precedenza, riportati, con un meccanismo proustiano, alla superficie attraverso un gesto, un profumo, un sapore, contribuendo in tal senso a far emergere il momento epifanico per eccellenza.
Perché ispirarsi alle bustine di zucchero? Nei bar è ormai abitudine zuccherare un caffè con le bustine monodose che riportano spesso una citazione. Per un puro atto spontaneo, non si va a pescare la bustina…
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In una poesia – in ogni poesia – si scopre sempre un verso capace di imprimersi nella mente del lettore con particolare singolarità e immediatezza. Pur amando una poesia nella sua totalità, il lettore troverà un verso cui si legherà la sua coscienza e che lo accompagnerà nella memoria; il verso sarà soggettivato e anche quando la percezione della poesia cambierà nel tempo, la memoria del verso ne resterà quasi immutata (o almeno si spera). Pertanto nel nostro contenitore mentale conserviamo tanti versi, estrapolati da poesie lette in precedenza, riportati, con un meccanismo proustiano, alla superficie attraverso un gesto, un profumo, un sapore, contribuendo in tal senso a far emergere il momento epifanico per eccellenza.
Perché ispirarsi alle bustine di zucchero? Nei bar è ormai abitudine zuccherare un caffè con le bustine monodose che riportano spesso una citazione. Per un puro atto spontaneo, non si va a pescare la bustina…
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In una poesia – in ogni poesia – si scopre sempre un verso capace di imprimersi nella mente del lettore con particolare singolarità e immediatezza. Pur amando una poesia nella sua totalità, il lettore troverà un verso cui si legherà la sua coscienza e che lo accompagnerà nella memoria; il verso sarà soggettivato e anche quando la percezione della poesia cambierà nel tempo, la memoria del verso ne resterà quasi immutata (o almeno si spera). Pertanto nel nostro contenitore mentale conserviamo tanti versi, estrapolati da poesie lette in precedenza, riportati, con un meccanismo proustiano, alla superficie attraverso un gesto, un profumo, un sapore, contribuendo in tal senso a far emergere il momento epifanico per eccellenza.
Perché ispirarsi alle bustine di zucchero? Nei bar è ormai abitudine zuccherare un caffè con le bustine monodose che riportano spesso una citazione. Per un puro atto spontaneo, non si va a pescare la bustina…
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